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Luogo Magico

La valle magica, tra miti, storia, arte, acqua termale e natura secolare

La tenuta Selvatico Miola si estende nell’area che un tempo era la Valle e il Colle di Sant’Elena, quest’ultimo detto anche “colle della Stufa” per la presenza di una grotta sudorifera, che le fonti storiche ricordano essere stata frequentata sin dall’alto Medioevo per curare e alleviare dolori grazie al calore e alle proprietà delle acque termali che qui sgorgano spontaneamente. La grotta di Sant’Elena può essere considerata l’archetipo dei moderni stabilimenti termali: in passato era molto conosciuta sia dai locali che dai viaggiatori. Se ne servirono anche illustri personaggi tra cui il poeta Francesco Petrarca, il duca Francesco III di Modena, il filosofo Michel de Montaigne, lo scrittore francese Stendhal ed il poeta tedesco Hainrich Heine.

In epoca medievale la tenuta appartenne ai Carraresi e ai Dalesmanini, venne poi acquistata nella seconda metà del Cinquecento da Luigi Selvatico, arcidiacono della cattedrale di Padova, e nel 1596 celebrò la prima Messa nel ricostruito Oratorio dell’Ospizio di S. Eliseo. Il colle e tenuta passarono poi al marchese Bartolomeo Selvatico, che iniziò nel 1593 la costruzione della villa, terminata nel 1647 dall’illustre medico Benedetto Selvatico.

All’inizio dell’Ottocento venne commissionato all’architetto padovano Giuseppe Jappelli il progetto di conversione del giardino all’italiana in parco romantico, secondo la moda “all’inglese”. E ne venne fatto un capolavoro, oggi perfettamente conservato. Infatti questo giardino storico ha la rarissima caratteristica di presentare vari laghetti termali, che grazie ai fumi dell’acqua termale creano un’atmosfera magica, che ha ispirato nei secoli analogie storiche dall’Eneide alla Divina Commedia.

La passeggiata, tra selve e laghetti, porta ai piedi del Colle di Sant’Elena dove si trova la villa. Per raggiungerla venne eretta una lunga scalinata di 144 gradini in trachite euganea.

Un’emozionante passeggiata “dalla Selva oscura al Paradiso”, un percorso metaforico, dapprima più oscuro e ombroso, poi, con l’ultima fatica della scalinata, si giunge in alto, alla villa, meta paradisiaca.

E ancora impagabile bellezza per la vista, sia all’interno della villa, con ampi saloni affrescati, sia all’esterno, dove dalle terrazze si può ammirare una spettacolare panoramica a 360 gradi dei Colli Euganei circostanti.

Il Colle della Stufa, su cui si erge Villa Selvatico, è di formazione vulcanica.

Al suo interno è stata realizzata una galleria che regala al visitatore una breve passeggiata nella geologia dei Colli Euganei. Passeggiando nel parco, vicino alla Villa, si incontra l’antico Oratorio di Sant’Elena, una tra le prime testimonianze di architettura religiosa del territorio, alla cui struttura seicentesca si affianca una cripta risalente al 1100.

La Villa

Per volere del marchese Bartolomeo Selvatico nel 1593 iniziarono i lavori di costruzione della villa, terminati nel 1647 dall’illustre medico Benedetto Selvatico, con la maestria dal capomastro Tomio Sforzan.

L’edificio è a pianta quadrata, con torricelle angolari merlate e al centro una singolare cupola rivestita di piombo, che dà all’insieme un’aria fiabesca dal gusto orientaleggiante. L’impianto rimanda ad alcune ville palladiane contemporanee. Le quattro facciate sono arricchite da doppi frontoni ad ordini dorici e ionici sovrapposti, coronati da timpani; sul lato est, rivolta verso il canale Battaglia, si trova una scalinata monumentale che consentiva l’accesso diretto alla villa a coloro che giungevano in barca da Padova e Venezia.

All’interno il salone centrale a croce presenta un ricco ciclo di affreschi realizzati nel 1650 da Luca Ferrari da Reggio. I dipinti illustrano le Storie di Antenore, il mitico fondatore di Padova; il pittore, con vivace inventiva e grande abilità narrativa, presenta i personaggi mitologici calati nella realtà quotidiana utilizzando un luminoso cromatismo, rappresentativo della fase di passaggio tra il classicismo rinascimentale e l’enfasi dell’arte barocca.

Le scene raffigurate sono: la“Fuga di Antenore da Troia”, la “Vittoria di Antenore su Valesio” e la “Fondazione di Padova”, tutte liberamente ispirate all’Eneide virgiliana e alle Storie di Tito Livio.

La struttura odierna della villa è il risultato di oltre quattro secoli di modifiche, ammodernamenti e ampliamenti. 

L’ispirazione palladiana, l’influenza esotica della cupola, gli affreschi interni e le torricelle angolari merlate raccontano la storia secolare di vari proprietari, tutti innamorati della villa al punto da prendersene cura e conservarla sempre in grande equilibrio armonico.

A oriente, sul suggestivo canale Battaglia, una lunga scalinata di 144 gradini in trachite euganea conduce alla villa, creando quasi l’effetto di un anfiteatro per contemplare il parco e il paesaggio circostante. 

La villa è riconoscibile già in lontananza per la presenza della cupola, sulla cui sommità è collocata una banderuola che rivela la direzione del vento anche all’interno della villa.

Villa Selvatico nel corso dei secoli è passata di proprietà ai Meneghini, ai Wimphen, agli Emo Capodilista e ai Sartori, i quali alla fine del secolo scorso ne hanno promosso un accurato restauro conservativo. Dal 2013 la tenuta è proprietà della famiglia Miola.

Il Giardino e i Laghetti

La villa domina dall’alto il parco naturale e il giardino storico termale che la circonda con oltre 10 ettari. In era barocca venne realizzato un Giardino all’italiana, trasformato all’inizio dell’Ottocento dall’architetto padovano Giuseppe Jappelli in parco romantico. Si riordinò senza stravolgere del tutto il precedente giardino, sfruttando le acque dei tre laghetti termali e si fecero costruire peschiere e boschetti, ispirandosi al VI libro dell’Eneide, dove è narrato il viaggio nell’ Oltretombe. I temi proposti sono quelli dei “Boschi dell’Eliso, del Tartaro profondo e dei ribollenti stagni del torbido Acheronte”, che – seguendo i dettati dalla teoria del “sublime” di Burke tanto in voga nel periodo romantico – miravano a destare forti emozioni sul visitatore.

Ancor oggi passeggiare nel grande parco risulta essere un’esperienza molto suggestiva per i particolari effetti provocati dagli specchi d’acqua calda in comunicazione idraulica tra loro, che riflettono le fronde ombrose degli alberi secolari circostanti.

Visita

Un’emozionante passeggiata “dalla Selva oscura al Paradiso”. Un percorso metaforico, dapprima più oscuro e ombroso, tra alberi secolari e laghetti termali, per poi giungere in alto, alla villa, meta paradisiaca.

Visitare Villa Selvatico e il suo giardino termale è un’immersione nella storia, nell’arte, nella natura. Sono proposte varie tipologie di tour, per trasmettere innumerevoli emozioni e approfondimenti. Giardini e Villa potranno essere visitati in autonomia con audioguide o con una guida professionista dedicata. Il visitatore potrà alla fine della visita intrattenersi nei Giardini termali della tenuta.

Si possono visitare

Giardini Termali

Attorno al Colle della villa si estendono 11 ettari, dove ammirare laghetti con acqua termale e giardino storico romantico su progetto di Giuseppe Jappelli, boschetto, alberi secolari

Villa seicentesca

Una elegante villa veneta di ispirazione palladiana, alla quale si accedeva salendo 144 gradini, con affreschi di pregio al suo interno di Luca Ferrari da Reggio e del Padovanino

Colle della Stufa

Il colle dove si erige la Villa è in roccia vulcanica. Al suo interno è presente una galleria che offre una breve passeggiata nella geologia dei Colli Euganei

Oratorio di Sant’Elena

E’ una tra le prime testimonianze di architettura religiosa del territorio, alla cui struttura seicentesca si affianca una cripta risalente al 1100, la visita attualmente è esclusiva delle visite guidate di Veneto Segreto.

Tutti gli spazi sono agevolmente accessibili ai disabili e un comodo ascensore permette di raggiungere direttamente la villa dal giardino.